Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA &
ROBERTO COLONNA)
NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 16 maggio
2020.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il
cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI
INFORMAZIONI]
Descritto un canale inibitorio che va dall’occhio al cervello ed è attivato
dalla visione. Le cellule
gangliari della retina (CGR) ricevono l’impulso elaborato nella complessa
struttura fotorecettiva costituita da dieci strati anatomici e vari tipi
cellulari con ruoli specifici, attivati dalla risposta ai fotoni degli articoli
esterni dei fotorecettori. Le CGR inviano al neurone post-sinaptico delle vie
ottiche, che raggiungono principalmente la corteccia calcarina delle aree 17 (V1),
18 (V2) e 19, la loro segnalazione eccitatoria mediante il neurotrasmettitore
glutammato. Recentemente si è compreso che i complessi circuiti che organizzano
l’informazione visiva realizzano veri e propri canali di comunicazione
col cervello, ognuno dei quali è rappresentato dall’attività di scarica di uno
specifico tipo di CGR, i cui assoni proiettano a una o più aree corticali,
ciascuna specializzata nell’elaborazione di un carattere della scena rilevata.
Sonoda e
colleghi hanno descritto nel topo un canale inibitorio costituito da un subset
di CGR intrinsecamente fotosensibili che segnalano mediante GABA. L’inibizione
esercitata da queste speciali cellule gangliari sembra agire su attività
indipendenti dalla formazione delle immagini nel cervello e consisterebbe nel contenere
la sensibilità di risposta di neuroni bersaglio, rendendoli più resistenti alle
piccole perturbazioni dei livelli di luminosità. In altri termini,
contribuirebbero all’azione di filtro che esclude variazioni della luce non
significative per l’elaborazione corticale dei parametri cruciali per la
visione. [Cfr. Ding J. & Wei W., Dampening light
sensitivity in Science 368 (6490): 471-472, May 2020].
L’infiammazione parodontale può causare la Malattia di Alzheimer? Angela Kamer e colleghi hanno adottato i criteri
di Bradford Hill per dimostrare che la malattia parodontale, che
consiste in un’infiammazione cronica, può essere causa della malattia di
Alzheimer, ma le prove addotte non ci sembrano convincenti. [Kamer A. R. et
al. Periodontol 2000, 83 (1): 242-271, 2020].
L’elastografia a ultrasuoni (USE) avrà notevole impiego nella diagnostica
neurologica. I limiti
della diagnostica mediante ultrasuoni sono stati in gran parte superati dalla
USE, che presenta alta risoluzione spaziale e contrasto tessutale. Non invasiva
e ripetibile, come tutte le metodiche a ultrasuoni, rileva bene la patologia
dei nervi cranici ed è già impiegata nell’ictus ischemico, nelle TBI, nella
stima intraoperatoria dei tumori cerebrali e nell’encefalopatia ipossica
ischemica. Si può inoltre adoperare nei pazienti non trasportabili alla MRI. [Cfr.
Liao J., et al. J Ultrasound Med. AOP – doi: 10.1002/jum.15317, 2020].
La dichiarazione di Silvia Romano spiegata alla luce degli studi di Robert
Ornstein. Lo spirito
e il modello col quale Robert Ornstein ha studiato a San Francisco negli anni
Novanta il plagio mentale nell’integralismo religioso e nelle dittature
ideologiche è stato oggetto di una riflessione comune e poi di una discussione
a distanza fra i nostri soci. L’attenzione è stata attratta da un caso di attualità
riconducibile a questo argomento.
L’organizzazione
terroristica islamica aderente ad Al Qaida, Al Shabaab, che concepisce tutto ciò
che è esterno all’Islam come territorio di guerra, o Jihad, e contempla
omicidio per decapitazione o sgozzamento e tortura quale mezzo per eliminare coloro
che non si convertono alla loro versione sunnita della religione di Maometto, ha
rapito 18 mesi fa la cooperante italiana Silvia Romano, tenendola prigioniera
prima in Kenya e poi in Somalia. Alla gioia per la liberazione della ragazza, avvenuta
si ritiene già il 9 di maggio, si è associata la sorpresa della sua conversione
all’Islam, che è avvenuta – come lei stessa ha riferito alle agenzie di stampa –
“spontaneamente”.
È evidente
che non esiste una costrizione maggiore dell’essere rapiti da criminali
terroristi che massacrano coloro che non sono della loro religione, e per questo
– secondo alcuni nostri soci – la sua sollecita dichiarazione di “conversione
spontanea” è un segno del plagio mentale che ha subìto, in quanto è un’evidente
lettura della realtà nell’ottica dei suoi carcerieri, ed è anche quanto viene
in genere richiesto a coloro che hanno avuto salva la vita in cambio della
conversione.
La
prospettiva assunta dalla nostra scuola neuroscientifica, basata sul paradigma
dei quadri funzionali del presidente Perrella, ci ha consentito di studiare i
processi e i probabili meccanismi che consentono questo cambiamento di stato
della mente, ma è opportuno sottolineare che la svolta nell’analisi dell’influenza
“di una mente sull’altra” è cominciata negli anni Novanta, ed è coincisa con il
progetto di Ornstein. In quegli anni, a parte un certo numero di pubblicazioni
sulla “Sindrome di Stoccolma”, non vi erano studi rilevanti.
In
precedenza, la Francia ha storicamente mostrato una particolare sensibilità per
questo argomento, probabilmente per l’affascinante e controversa avventura di
Monsieur Mesmer, il grande ipnotista di corte, che aveva lasciato tracce nella
cultura popolare della possibilità di suggestionare e perfino plagiare una
mente sana. Nel Codice Napoleonico è presente il reato di plagio,
diverso dalla circonvenzione d’incapace del diritto italiano, in quanto
presuppone la possibilità di modificare lo stile del pensiero, riducendo la
consapevolezza autocritica, in una persona normodotata. Charcot, maestro di
Freud, distingue l’ipnosi dalla suggestione e include la suscettibilità all’ipnosi
tra i capisaldi per la diagnosi di isteria: la suscettibilità non indica
affatto una ridotta intelligenza o indipendenza, ma una predisposizione alla
dissociazione, che sarà ritenuta un “tratto di personalità”.
Successivamente,
in una prospettiva non psicoanalitica, lo stato del plagiato sarà paragonato alla
psicosi e all’innamoramento, ma non ha le alterazioni strutturali irreversibili
della prima e le componenti emozionali del secondo. L’accostamento al
funzionamento mentale psicotico è suggerito dall’indebolimento di due funzioni
che sono, invece, del tutto compromesse nel delirio: la critica e il giudizio.
Il
plagiato conserva le capacità logiche aristoteliche e operazionali cognitive,
ma non è in grado di assumere autonomamente un punto di vista critico sul
proprio stato mentale e giudicarsi, come accade a noi, spontaneamente. Se la
persona plagiata trova in quello stato un equilibrio psicoadattativo, può rimanervi
per anni; se invece quel funzionamento psichico comporta una diseconomia con
scompenso ansioso, è più probabile che chieda aiuto.
Disturbi Rari del Movimento: come migliorarne la diagnosi e la cura in
Europa. La European
Reference Network for Rare Neurological Diseases (ERN-RND) ha condotto un’indagine
conoscitiva in tutti i paesi d’Europa per verificare lo stato della capacità
diagnostica e terapeutica dei disturbi rari del movimento, classificati nei
seguenti gruppi: 1) distonia, discinesia parossistica, neurodegenerazione con
accumulo di ferro nel cervello; 2) atassie, paraparesi spastiche; 3)
parkinsonismo atipico; 4) coree. La ERN-RND ha rilevato che esistono notevoli
differenze fra uno stato europeo e l’altro: alcuni paesi avrebbero bisogno di
corsi specifici per i neurologi; solo in pochi paesi è possibile una pronta
esecuzione dei test genetici; sussistono ancora grandi disparità per l’accesso
alle cure degli ospedali terziari, a quelle di esperti e di team multidisciplinari.
Inoltre, solo in pochi paesi europei è possibile il trattamento con la tossina
botulinica o mediante impianto di stimolazione cerebrale profonda (DBS, deep
brain stimulation). L’indagine ha riconosciuto la necessità di migliorare
il livello diagnostico in vari paesi e quello terapeutico in tutti. [Painous
C., et al. European Journal of Neurology – AOP doi: 10.1111/ene.14302,
2020].
Notule
BM&L-16
maggio 2020